FELICI
POCHI INFELICI MOLTI
Sono
morta. Sono morta. Sono morta da circa un anno. Ma non me ne sono
accorta subito. Perché nessuno me lo aveva fatto notare. Così ho
continuato a vivere come se fossi viva. E invece ero già morta.
Incredibile le cose che puoi continuare a fare da morta, cose che
pensi di riuscire a fare solo da viva. Come far l’amore con
qualcuno. Io l’ho fatto da morta. E non mi sono accorta di niente.
E nemmeno lui si è accorto di niente. Anzi mi diceva vengo vengo tu
vieni? Io no, non venivo per niente. Ma questo era uguale anche da
viva. Mi piaceva tanto fare l’amore. Da viva e da morta.
Da
viva mi sembrava di essere a tratti contenta a tratti no. Da morta è
uguale. Sono molto contenta quando cambiò città spesso. Da morta
non lo posso più fare. Credo. Non ci ho mai provato. A muovermi da
morta su un treno. Ora che ho capito che sono proprio morta alcune
cose cambiano. Tipo che certi luoghi meravigliosi non li posso più
vedere. Tipo New York. Che però non ho visto nemmeno da viva. Ne da
viva né da morta. Uguale.
Da
viva invece ero molto socievole. Una volta ho conosciuto uno che
faceva l’autostop sull’autostrada ed era molto carino. Molto
carino. Così gli ho dato un passaggio. Poi mi sono fermata
all’autogril per mangiare qualcosa e lui è venuto con me. Lui
andava in India e quando l’ho incontrato ci trovavamo sulla A 14 In
direzione Bologna. Di strada doveva farne molta per andare in India.
Così ad un certo punto lui mi ha detto se volevo andare con lui, in
India a meditare da Osho. Io non sapevo chi fosse Osho e gli ho detto
che non sapevo nemmeno chi fosse questo Osho. Lui ha detto Osho è il
maestro. E io mi sono spaventata perché mi sono ricordata della mia
maestra delle elementari quando mi facevo scrivere per 165 volte la
frase “Non posso baciare il mio compagno di classe William
Castiglioni sulla guancia mentre la maestra spiega il foraggio nelle
regioni italiane” (da qui si agganciano altre frasi…non posso
non sapere quante regioni ha l’italia, non posso non sapere qualè
la capitale d’Italia mentre la maestra spiega….non posso fare
niente in questa scuola di merda) e poi mi ricordo di quando mi
lanciava sempre il quaderno in fondo alla classe e lo faceva solo con
me con Nino che aveva l’epatite virale e parlava in dialetto
napoletano anche se eravamo a sesto san giovanni e Dino un ragazzo di
65 kili a soli 6 anni perché dicevano che era diversamente abile. Mi
era sembrato in realtà molto abile quando era riuscito a
scaraventarmi addosso una pietra grossa come la mia faccia e di più
perché la faccia di una bambina di 6 anni è più piccola di quella
di una pietra. E così immediatamente mi sono sentita emarginata e
isolata mi sono spaventata e ho iniziato a piangere. E gli ho detto
di no.
Lui
poverino credeva piangessi per lui o per il mastro Osho ma io in
realtà piangevo per la mia maestra delle elementari. Così ho detto
no. E ho continuato a guidare dopo essermi bevuta quattro bicchieri
di vino una vodka un caffè un ammazzacaffè una canna per
l’agitazione un caffè per non addormentarmi una tequila e aver
lasciato il mio amico in mezzo alla strada.
Forse
è stata quella la volta in cui morì.
Scena
mimata della guida e mentre la faccio da ubriaca parlo con un
poliziotto e dico:
…come?
Mi devo fermare? E perché? Perché vado troppo piano? Come? Devo
soffiare? Su di lei? Allora soffio. A no? Non su di lei? Devo
fischiare? Allora fischio. A no? Non devo nemmeno fischiare? Che
palla! Che devo fare? Ballare? Fischiare e cantare
contemporaneamente?
Parte
musica trash e inizio a ballare fino a quando non dico:
Come
mi ritira la patente…come mi ritira la macchina? E pure la mia
dignità mi vuole ritirare? Ma lei non lo può fare, lei non sa chi
sono io…io sono un’attrice!!!
Un’attrice?
Lei è un’attrice, un’attrice attricetta attrice…e io sono un
poliziotto.
Lo
sa? La mia fidanzata si è arrabbiata un’altra volta. Solo perché
sono il più giovane mi tocca sempre stare qui e mi tocca pure
conversare con il mio collega che mi parla di Gina la rumena che ha
conosciuta al night vicino alla caserma che come fa sua moglie a
sopportarlo lo sa Dio sì lo sa Dio. Valeria mi ha regalato un libro
su come realizzare i desideri e diventare per sempre felice. L’ha
scritto un tedesco con un nome corto che come si fa a pronunciare lo
sa Dio c’ha la K la H e la C in un cognome di sole quattro lettere.
Che parla bene lui chissà quanti soldi si è fatto che se ti fai
tanti soldi è facile dire che puoi fare quello che vuoi c’hai i
soldi e questo basta a comprarti tutto e poi mi dice…ma non la
felicità…sì lo vorrei vedere lui a a stare qui alle due di notte
con sto freddo con un collega che pesa duecento kili e sta parlando
del culo della rumena che deve incontrare. Che poi io il mio sogno
l’avevo. Me lo ricordo quando ero piccolo. Guardavo il tenente
Colombo e mi piaceva tanto e poi pure quell’ispettore tedesco mi
piaceva. Io mi elettrizzavo tutto. Ma non perché volevo fare questo
mestiere di merda. Io volevo fare l’attore, cazzo.
Ero
tanto triste ma non tanto da morirne. Non è stata quella la volta in
cui morì. Perché in quella occasione incontrai Marco, l’autista
delle vittime della polizia. Stava lì fermo e mi guardava. E proprio
sul più bello interviene e mi dice
Marco “Il mio nome è
Marco. Ma tu chiamami pure Mark. E di mestiere faccio l’autista.
L’autista delle vittime della polizia”
Io “Si io sono una
vittima sono una vittima portami con te.”
Marco “Certo che ti
porto con me, ma con la tua macchina”
Poi
gli ho chiesto se per caso fossi morta. E no, non lo ero. E nemmeno
Lui. Mi accompagnò a casa con la mia macchina. E poi non lo rividi
più.
Ma
ancora ero viva.
Non
è stata quella la volta in cui morì….la volta in cui morì….E’
difficile perché uno si confonde.
Ad
esempio da morta soffro spesso di attacchi d’ansia. Ma questo anche
da viva. Avevo sempre tanta paura di morire che non mi sono nemmeno
accorta di esser morta. Oppure un segno che potevo essere morta
l’avevo quando entravo nei negozi e nessuno mi rispondeva. “Scusi
signorina quanto costa questo slip? E secondo lei mi sta meglio la
taglia small o medium. Oppure quando andavo in posta….io ho il
numero 987 quando tocca a me? Ma questo anche da viva. Da viva e da
morta. Uguale.
Da
morta mi piacerebbe fare un sacco di scherzi stupidi a tutte le
persone ignoranti che ho incontrato. Ad esempio dire di no a tutti
invece che si. Vuoi venire a cena? No al cinema? No ti diverti? No
sei contenta? No ti piaccio? No dai andiamo tutti insieme al mare.
No. Mi presti il tuo vestito blu? No quello giallo? No quello rosso?
No le calze? Le scarpe? Ma come non ti fidi di me? No non è che
potresti farmi un favore?no mi fai fare una telefonata dal tuo
telefono? No uno squillo? No veloce veloce che sono senza soldi No
stasera vieni a vedere il mio spettacolo? No il mio concerto? No la
mia poesia recitata? La presentazione del mio libro? Vieni? CI vieni
alla manifestazone contro la guerra? No Ci vieni a lottare contro la
politica italiana?No non vengo non vengo. No….no no no (ripetizioni
di no)
No…
salumiere? No
Apprendista
fotografo? No
No.
Ha
ricevuto il mio curriculum? Si.
Ho
ricevuto il suo curriculum!
che
bello, lo ha ricevuto? ma poi quale curriculum ho mandato? No, quello
della cameriera era del 1995, quello della centralinista era del
1998, quello del volantinaggio prima forse del 1992, poi quello della
recitazione, dalla mia prima incarnazione, allora forse quello della
baby sitter....no, ancora non stavo in questa città, forse quello
della video maker? ma che significa? allora no, non è quello, ma non
è che è una multa? non mi sembra, ho pure rottamato la macchina,
allora forse qualche bolletta, ma non può essere, il comune di
questa città ancora non ha capito dove vivo, allora forse qualche
concorso letterario di scrittura di poesia di regia di monologo di
riflessione artistica contemporanea, no, non è possibile perchè non
ho più 35 anni, e se in italia ci mettono dieci anni per farti
arrivare una carta sanitaria, tutti sanno davvero quanti anni hai,
"ma lei non ha più 35 anni" oddio è vero, e che non me lo
ricordavo più, sono passati così tanti anni da quando ho iniziato a
cercare lavoro? forse qualche bando di concorso, ma come è possibile
mi hanno detto tutti che sono fuori stagione, il che è curioso,
mando progetti da un anno, e mi dico, mai che beccassi il mese
giusto, come si fa ad essere fuori stagione per tutto un anno intero,
mi spiace ma lei è fuori stagione, sono fuori stagione, ma stagione
di che? stagione di che? In che stagione siamo, non esistono nemmeno
più le stagioni di una volta, sono fuori stagione, come una fragola
che si compra a dicembre, ma io riesco a trovare pure le fragole a
dicembre, e allora, porco diavolo, se loro non sono fuori stagione,
come cazzo è possibile che sono fuori stagione io? e se mi collego
alla parola, stagione, fuori stagione - stagionata- allora mi viene
davvero un malessere che ma fa sentire fuori periodo sociale
esistenziale. Ma forse è questa la manovra che stanno facendo. Fuori
stagione, annuale, perenne, sociale, di identità, chi sei? Sono
sempre io, quella che ha mandato il curriculum dieci anni fa. Avete
cambiato indirizzo mail, siete falliti, avete riaperto da un'altra
parte, ah se ve lo mandavo prima di avere fatto i 35 anni, e nella
stagione giusta, ah se lo avessi saputo sarei andata da una
cartomante a farmi predire quando, quando avrei dovuto spedire questo
cazzo di curriculum, copia dvd, ma anche you tube, ma ora non va
tanto, meglio vimeo, ma devo pagare, allora dovresti investire e
cercare un lavoro per mandare in giro i tuoi lavori, che arriveranno
sempre troppo tardi, davvero? Sei arrivata troppo tardi? Ma chi è
arrivato non sono nemmeno partita perchè c'era lo sciopero della
metropolitana, e allora me la sono fatta a piedi ma sono arrivata
tardi, troppo tardi, sono addirittura arrivata alla stagione dopo di
quella in cui sono partita. Nella stagione sbagliata suppongo, se
calcolo dodici mesi, a partire dal mese in cui mi sono mossa, allora
secondo la teoria della relatività dovrei essere arrivata sù per
giù, al posto giusto ma nel periodo sbagliato, o nel posto sbagliato
nel periodo giusto. Ma guarda che se lo cerchi il lavoro si trova! Ah
si? E dove si trova? Dove si cerca, perchè si cerca sempre nel posto
sbagliato, forse dovrei cercarlo in una industria farmaceutica,
perchè se mi sono specializzata per tutti questi anni a fare altro,
sicuro che mi assumerebbero subito. Magari è perchè non sai
l'inglese! Ma io l'inglese lo so, lo metti su google traduttore, “io
sono morta” e viene I'm dead. I died about a year. Metti “ma non
me ne sono accorta” But I have not noticed immediately. Metti
“perchè non me ne sono accorta subito” Because no one had
pointed out it to me, metti “allora ho continuato a vivere come se”
So I continued to live as if I were alive. But I was already dead.
Amazing the things you can do twhen you are dead, things that you
think you can only do in life. How to make love to someone. I did it
in death. And I have not noticed anything. And even he has noticed
anything. In fact, he told me i'm caming, i'm coming, and you? I did
not, I did not come for nothing. But this was the same even when I
was alive. I liked so much to make love. From living and dead.
both
alive than dead, metti “una giornata di sole” e a me piace il
sole, metti mi piace, metti mi piace, clicca mi piace su giovanna M.,
Il cane e' scappato da casa, via del Turismo,
sopra il Lidl, potrebbe essere nei dintorni di Spaccio Fuselli o
essere andato verso Chiarino In Sicilia
il primo partito è nettamente quello degli astenuti.
Metti
“accetto la tua richiesta di amicizia” si, ti sono amico mi
aiuti, non ti sono più amico, ti cancello, metti Simone K. Ti ha
taggato su una foto in cui ci sei tu e Luca G. ha messo una foto sul
diario di Olivia, metti mi piace partecipo, metti I consiglieri
eletti, che ci rappresentano, avranno dunque un motivo in più per
disertare il Palazzo della Regione. Le ferite profonde non passano,
restano. La fiducia invece vacilla. Convivere con questo stato, mi
rende triste. Post del dodici settembre 2012 I ate a double
chocolate caramel Magnum and I think I'm suddenly diabetic. Se anche
tu sei contro il maltrattamento dei bambini clicca 'mi piace', metti
Alcuni noti pm della procura di Milano hanno effettuato un
gravissima intromissione della mia vita privata, effettuando una
inaccettabile schedatura dei miei ospiti nella mia villa di Arcore,
hanno adottato un atteggiamento discriminatorio umiliante di persone
che non hanno alcuna responsabilità, se non quella di essere state
miei ospiti e di portarmi amicizia e affetto. Giovanna b ti ha
invitato all'evento di sto cavolo, ha condiviso la foto di
insolitamente liberi: un gruppo spontaneo di pensiero sostenibile. Io
clicco cerco un lavoro, google ricerca cerco un lavoro.
CAMBIO
LUCE SCENA SIAMO IN UN UFFICIO DI COLLOCAMENTO
“Mi
adatto a fare tutto. Sono un laureato a pieni voti alla Università,
quella demolita dal terremoto che prima che venisse demolita si
diceva che era una gran bella università mentre ora che non esiste
più, ecco ora dicono che quelli usciti da lì se la sono comprata la
laurea che detto tra noi…io mi sono fatto un gran culo, io e altri
mille mentre gli altri ancora sono tutti morti.
Mi
adatto a fare tutto io. Solo che sono ormai uscito – e meno male
vivo- dal corso di laurea oramai due anni fa. E da allora non faccio
che chiedere lavoro e cercare lavoro. L’unica cosa che sono
riuscito a trovare è il portantino, quello delle barelle, che detta
tutta fa un po’ ridere a pensare che poi la barella l’ho usata
per portare via un sacco di gente proprio dalla stessa università
che ho fatto io. A volte il destino. A volte. Che poi per fare il
barellista portantino ho dovuto fare pure un corso specialistico che
mi è costato caro che per dire, per pagare quello ho dovuto fare di
notte il barista, ma non quello professionista perché se no avrei
dovuto seguire un corso pure per quello, e mi sono detto tra me e me
che se lo avessi fatto, il corso, non sarei riuscito poi a fare
quell’altro, quello del portantino. Che poi tra il portantino e il
barista forse era meglio che facevo il barista. Così mi evitavo di
vedere tutta quella montagna di morti e non morti. Ecco. Qui le ho
portato le mie credenziali e una lettera di riconoscimento della mia
professionalità e serietà sul lavoro. Non sono così serio. Se
vuole le invento su due piedi una barzelletta. Tipo…c’è un uomo
che entra in un caffè. Splash. Certo ne so anche altre. Ma non
vogliamo parlare del mio lavoro? Non me lo da un lavoro?
Mi
adatto a fare tutto io.”
Sig.na
Ufficio “Avanti un altro”
Io
“Sono un’attrice. Me lo può trovare lei un lavoro come
attrice?
Sig.na
Ufficio “sempre in conformità al suo percorso di studi e di
lavoro”
Io “Io
sono un’attrice. Me lo può trovare lei un lavoro come attrice?”
Sig.na Ufficio “Direi
proprio di no” “Ma lei cosa sa fare? Che esperienze di lavoro ha
avuto. Ha controllato sulla bacheca i lavori che attualmente sono
disponibili?”
IO “Bacheca? Quale
bacheca…io sono un’attrice. Me lo può trovare lei un lavoro come
attrice?”
Sig.na
Ufficio “Le ho già detto di no. Ma vediamo. Ha avuto esperienze
forse come baby sitter, baby dogger, barista, gelataia, sciampista
phonista vetrinista lustrionista unghiata, oppure come addetta alla
selezione del materiale incendiario, alla segheria, come portinaia,
come educatrice stiratrice massaggiatrice o call center, oppure
illustrator addob photoshp contaminatori inseminator …bè…lo vede
oggi è il suo giorno fortunato…non ha che l’imbarazzo della
scelta.”
IO “Ma
un lavoro come attrice…”
Sig.na
Ufficio “wow oggi è il suo giorno fortunato, sceglie la busta
numero 1,2 o la n.3?
Io “la
tre scelgo la tre”
Sig.na
Ufficio “Bene lei ha vinto la possibilità di partecipare al
nuovo reality show il vecchio congelatore the old congelator come
dicono in america, ha la possibilità di partecipare come concorrente
e vivere per 25 giorni in maniera forzata all’interno di una grossa
cella frigorifera…brrrr che freddo….insieme a dieci star della
televisione politica cultura italiana! Vince chi non muore!
Ma
non è stato quello il giorno in cui morì. Il giorno in cui morì…si
forse…sono entrata in una libreria ho aperto un libro e ho trovato
queste parole:
molte volte ho
studiato
la lapide che mi ha
scolpito
una barca con vele
ammainate, in un porto
In realtà non è
questa la mia destinazione
Ma la mia vita.
Perché l’amore mi
si offrì e io mi ritrassi dal mio inganno
Il dolore bussò
alla mia porta e io ebbi paura
L’ambizione mi
chiamò,ma io temetti gli imprevisti
Malgrado tutto avevo
fame di un significato nella vita.
E adesso so che
bisogna alzare le vele
E prendere i venti
del destino
Dovunque spingano la
barca.
Dare un senso alla
vita può condurre a follia
Ma una vita senza
senso è la tortura
dell’inquietudine
e del vano desiderio –
è una barca che
anela al mare eppure lo teme.
E
mi emozionò. E credevo di avere capito. Era meglio che non pensavo
più. Era meglio che prendessi la mia decisione una volta e per
sempre. E l’ho presa. Sono tornata a casa. E mi sono lasciata
morire nel gas.
E
lì sono morta per davvero.
E
mentre morivo proprio mentre morivo pensavo di nuovo alla barca
alle
vele
e
pensavo che non avevo capito niente di quello che era scritto.
Non
dovevo mica morire.
Ma
continuare a vivere.
Ma
oramai era troppo tardi.