giovedì 1 novembre 2012

Felici pochi, infelici molti


FELICI POCHI INFELICI MOLTI
Sono morta. Sono morta. Sono morta da circa un anno. Ma non me ne sono accorta subito. Perché nessuno me lo aveva fatto notare. Così ho continuato a vivere come se fossi viva. E invece ero già morta. Incredibile le cose che puoi continuare a fare da morta, cose che pensi di riuscire a fare solo da viva. Come far l’amore con qualcuno. Io l’ho fatto da morta. E non mi sono accorta di niente. E nemmeno lui si è accorto di niente. Anzi mi diceva vengo vengo tu vieni? Io no, non venivo per niente. Ma questo era uguale anche da viva. Mi piaceva tanto fare l’amore. Da viva e da morta.

Da viva mi sembrava di essere a tratti contenta a tratti no. Da morta è uguale. Sono molto contenta quando cambiò città spesso. Da morta non lo posso più fare. Credo. Non ci ho mai provato. A muovermi da morta su un treno. Ora che ho capito che sono proprio morta alcune cose cambiano. Tipo che certi luoghi meravigliosi non li posso più vedere. Tipo New York. Che però non ho visto nemmeno da viva. Ne da viva né da morta. Uguale.

Da viva invece ero molto socievole. Una volta ho conosciuto uno che faceva l’autostop sull’autostrada ed era molto carino. Molto carino. Così gli ho dato un passaggio. Poi mi sono fermata all’autogril per mangiare qualcosa e lui è venuto con me. Lui andava in India e quando l’ho incontrato ci trovavamo sulla A 14 In direzione Bologna. Di strada doveva farne molta per andare in India. Così ad un certo punto lui mi ha detto se volevo andare con lui, in India a meditare da Osho. Io non sapevo chi fosse Osho e gli ho detto che non sapevo nemmeno chi fosse questo Osho. Lui ha detto Osho è il maestro. E io mi sono spaventata perché mi sono ricordata della mia maestra delle elementari quando mi facevo scrivere per 165 volte la frase “Non posso baciare il mio compagno di classe William Castiglioni sulla guancia mentre la maestra spiega il foraggio nelle regioni italiane” (da qui si agganciano altre frasi…non posso non sapere quante regioni ha l’italia, non posso non sapere qualè la capitale d’Italia mentre la maestra spiega….non posso fare niente in questa scuola di merda) e poi mi ricordo di quando mi lanciava sempre il quaderno in fondo alla classe e lo faceva solo con me con Nino che aveva l’epatite virale e parlava in dialetto napoletano anche se eravamo a sesto san giovanni e Dino un ragazzo di 65 kili a soli 6 anni perché dicevano che era diversamente abile. Mi era sembrato in realtà molto abile quando era riuscito a scaraventarmi addosso una pietra grossa come la mia faccia e di più perché la faccia di una bambina di 6 anni è più piccola di quella di una pietra. E così immediatamente mi sono sentita emarginata e isolata mi sono spaventata e ho iniziato a piangere. E gli ho detto di no.
Lui poverino credeva piangessi per lui o per il mastro Osho ma io in realtà piangevo per la mia maestra delle elementari. Così ho detto no. E ho continuato a guidare dopo essermi bevuta quattro bicchieri di vino una vodka un caffè un ammazzacaffè una canna per l’agitazione un caffè per non addormentarmi una tequila e aver lasciato il mio amico in mezzo alla strada.
Forse è stata quella la volta in cui morì.

Scena mimata della guida e mentre la faccio da ubriaca parlo con un poliziotto e dico:
come? Mi devo fermare? E perché? Perché vado troppo piano? Come? Devo soffiare? Su di lei? Allora soffio. A no? Non su di lei? Devo fischiare? Allora fischio. A no? Non devo nemmeno fischiare? Che palla! Che devo fare? Ballare? Fischiare e cantare contemporaneamente?

Parte musica trash e inizio a ballare fino a quando non dico:
Come mi ritira la patente…come mi ritira la macchina? E pure la mia dignità mi vuole ritirare? Ma lei non lo può fare, lei non sa chi sono io…io sono un’attrice!!!

Un’attrice? Lei è un’attrice, un’attrice attricetta attrice…e io sono un poliziotto.
Lo sa? La mia fidanzata si è arrabbiata un’altra volta. Solo perché sono il più giovane mi tocca sempre stare qui e mi tocca pure conversare con il mio collega che mi parla di Gina la rumena che ha conosciuta al night vicino alla caserma che come fa sua moglie a sopportarlo lo sa Dio sì lo sa Dio. Valeria mi ha regalato un libro su come realizzare i desideri e diventare per sempre felice. L’ha scritto un tedesco con un nome corto che come si fa a pronunciare lo sa Dio c’ha la K la H e la C in un cognome di sole quattro lettere. Che parla bene lui chissà quanti soldi si è fatto che se ti fai tanti soldi è facile dire che puoi fare quello che vuoi c’hai i soldi e questo basta a comprarti tutto e poi mi dice…ma non la felicità…sì lo vorrei vedere lui a a stare qui alle due di notte con sto freddo con un collega che pesa duecento kili e sta parlando del culo della rumena che deve incontrare. Che poi io il mio sogno l’avevo. Me lo ricordo quando ero piccolo. Guardavo il tenente Colombo e mi piaceva tanto e poi pure quell’ispettore tedesco mi piaceva. Io mi elettrizzavo tutto. Ma non perché volevo fare questo mestiere di merda. Io volevo fare l’attore, cazzo.

Ero tanto triste ma non tanto da morirne. Non è stata quella la volta in cui morì. Perché in quella occasione incontrai Marco, l’autista delle vittime della polizia. Stava lì fermo e mi guardava. E proprio sul più bello interviene e mi dice

Marco “Il mio nome è Marco. Ma tu chiamami pure Mark. E di mestiere faccio l’autista. L’autista delle vittime della polizia”
Io “Si io sono una vittima sono una vittima portami con te.”
Marco “Certo che ti porto con me, ma con la tua macchina”

Poi gli ho chiesto se per caso fossi morta. E no, non lo ero. E nemmeno Lui. Mi accompagnò a casa con la mia macchina. E poi non lo rividi più.
Ma ancora ero viva.
Non è stata quella la volta in cui morì….la volta in cui morì….E’ difficile perché uno si confonde.
Ad esempio da morta soffro spesso di attacchi d’ansia. Ma questo anche da viva. Avevo sempre tanta paura di morire che non mi sono nemmeno accorta di esser morta. Oppure un segno che potevo essere morta l’avevo quando entravo nei negozi e nessuno mi rispondeva. “Scusi signorina quanto costa questo slip? E secondo lei mi sta meglio la taglia small o medium. Oppure quando andavo in posta….io ho il numero 987 quando tocca a me? Ma questo anche da viva. Da viva e da morta. Uguale.
Da morta mi piacerebbe fare un sacco di scherzi stupidi a tutte le persone ignoranti che ho incontrato. Ad esempio dire di no a tutti invece che si. Vuoi venire a cena? No al cinema? No ti diverti? No sei contenta? No ti piaccio? No dai andiamo tutti insieme al mare. No. Mi presti il tuo vestito blu? No quello giallo? No quello rosso? No le calze? Le scarpe? Ma come non ti fidi di me? No non è che potresti farmi un favore?no mi fai fare una telefonata dal tuo telefono? No uno squillo? No veloce veloce che sono senza soldi No stasera vieni a vedere il mio spettacolo? No il mio concerto? No la mia poesia recitata? La presentazione del mio libro? Vieni? CI vieni alla manifestazone contro la guerra? No Ci vieni a lottare contro la politica italiana?No non vengo non vengo. No….no no no (ripetizioni di no)
No… salumiere? No
Apprendista fotografo? No
No.
Ha ricevuto il mio curriculum? Si.
Ho ricevuto il suo curriculum!
che bello, lo ha ricevuto? ma poi quale curriculum ho mandato? No, quello della cameriera era del 1995, quello della centralinista era del 1998, quello del volantinaggio prima forse del 1992, poi quello della recitazione, dalla mia prima incarnazione, allora forse quello della baby sitter....no, ancora non stavo in questa città, forse quello della video maker? ma che significa? allora no, non è quello, ma non è che è una multa? non mi sembra, ho pure rottamato la macchina, allora forse qualche bolletta, ma non può essere, il comune di questa città ancora non ha capito dove vivo, allora forse qualche concorso letterario di scrittura di poesia di regia di monologo di riflessione artistica contemporanea, no, non è possibile perchè non ho più 35 anni, e se in italia ci mettono dieci anni per farti arrivare una carta sanitaria, tutti sanno davvero quanti anni hai, "ma lei non ha più 35 anni" oddio è vero, e che non me lo ricordavo più, sono passati così tanti anni da quando ho iniziato a cercare lavoro? forse qualche bando di concorso, ma come è possibile mi hanno detto tutti che sono fuori stagione, il che è curioso, mando progetti da un anno, e mi dico, mai che beccassi il mese giusto, come si fa ad essere fuori stagione per tutto un anno intero, mi spiace ma lei è fuori stagione, sono fuori stagione, ma stagione di che? stagione di che? In che stagione siamo, non esistono nemmeno più le stagioni di una volta, sono fuori stagione, come una fragola che si compra a dicembre, ma io riesco a trovare pure le fragole a dicembre, e allora, porco diavolo, se loro non sono fuori stagione, come cazzo è possibile che sono fuori stagione io? e se mi collego alla parola, stagione, fuori stagione - stagionata- allora mi viene davvero un malessere che ma fa sentire fuori periodo sociale esistenziale. Ma forse è questa la manovra che stanno facendo. Fuori stagione, annuale, perenne, sociale, di identità, chi sei? Sono sempre io, quella che ha mandato il curriculum dieci anni fa. Avete cambiato indirizzo mail, siete falliti, avete riaperto da un'altra parte, ah se ve lo mandavo prima di avere fatto i 35 anni, e nella stagione giusta, ah se lo avessi saputo sarei andata da una cartomante a farmi predire quando, quando avrei dovuto spedire questo cazzo di curriculum, copia dvd, ma anche you tube, ma ora non va tanto, meglio vimeo, ma devo pagare, allora dovresti investire e cercare un lavoro per mandare in giro i tuoi lavori, che arriveranno sempre troppo tardi, davvero? Sei arrivata troppo tardi? Ma chi è arrivato non sono nemmeno partita perchè c'era lo sciopero della metropolitana, e allora me la sono fatta a piedi ma sono arrivata tardi, troppo tardi, sono addirittura arrivata alla stagione dopo di quella in cui sono partita. Nella stagione sbagliata suppongo, se calcolo dodici mesi, a partire dal mese in cui mi sono mossa, allora secondo la teoria della relatività dovrei essere arrivata sù per giù, al posto giusto ma nel periodo sbagliato, o nel posto sbagliato nel periodo giusto. Ma guarda che se lo cerchi il lavoro si trova! Ah si? E dove si trova? Dove si cerca, perchè si cerca sempre nel posto sbagliato, forse dovrei cercarlo in una industria farmaceutica, perchè se mi sono specializzata per tutti questi anni a fare altro, sicuro che mi assumerebbero subito. Magari è perchè non sai l'inglese! Ma io l'inglese lo so, lo metti su google traduttore, “io sono morta” e viene I'm dead. I died about a year. Metti “ma non me ne sono accorta” But I have not noticed immediately. Metti “perchè non me ne sono accorta subito” Because no one had pointed out it to me, metti “allora ho continuato a vivere come se” So I continued to live as if I were alive. But I was already dead. Amazing the things you can do twhen you are dead, things that you think you can only do in life. How to make love to someone. I did it in death. And I have not noticed anything. And even he has noticed anything. In fact, he told me i'm caming, i'm coming, and you? I did not, I did not come for nothing. But this was the same even when I was alive. I liked so much to make love. From living and dead.
both alive than dead, metti “una giornata di sole” e a me piace il sole, metti mi piace, metti mi piace, clicca mi piace su giovanna M., Il cane e' scappato da casa, via del Turismo, sopra il Lidl, potrebbe essere nei dintorni di Spaccio Fuselli o essere andato verso Chiarino In Sicilia il primo partito è nettamente quello degli astenuti.
Metti “accetto la tua richiesta di amicizia” si, ti sono amico mi aiuti, non ti sono più amico, ti cancello, metti Simone K. Ti ha taggato su una foto in cui ci sei tu e Luca G. ha messo una foto sul diario di Olivia, metti mi piace partecipo, metti I consiglieri eletti, che ci rappresentano, avranno dunque un motivo in più per disertare il Palazzo della Regione. Le ferite profonde non passano, restano. La fiducia invece vacilla. Convivere con questo stato, mi rende triste. Post del dodici settembre 2012 I ate a double chocolate caramel Magnum and I think I'm suddenly diabetic. Se anche tu sei contro il maltrattamento dei bambini clicca 'mi piace', metti Alcuni noti pm della procura di Milano hanno effettuato un gravissima intromissione della mia vita privata, effettuando una inaccettabile schedatura dei miei ospiti nella mia villa di Arcore, hanno adottato un atteggiamento discriminatorio umiliante di persone che non hanno alcuna responsabilità, se non quella di essere state miei ospiti e di portarmi amicizia e affetto. Giovanna b ti ha invitato all'evento di sto cavolo, ha condiviso la foto di insolitamente liberi: un gruppo spontaneo di pensiero sostenibile. Io clicco cerco un lavoro, google ricerca cerco un lavoro.

CAMBIO LUCE SCENA SIAMO IN UN UFFICIO DI COLLOCAMENTO
Mi adatto a fare tutto. Sono un laureato a pieni voti alla Università, quella demolita dal terremoto che prima che venisse demolita si diceva che era una gran bella università mentre ora che non esiste più, ecco ora dicono che quelli usciti da lì se la sono comprata la laurea che detto tra noi…io mi sono fatto un gran culo, io e altri mille mentre gli altri ancora sono tutti morti.
Mi adatto a fare tutto io. Solo che sono ormai uscito – e meno male vivo- dal corso di laurea oramai due anni fa. E da allora non faccio che chiedere lavoro e cercare lavoro. L’unica cosa che sono riuscito a trovare è il portantino, quello delle barelle, che detta tutta fa un po’ ridere a pensare che poi la barella l’ho usata per portare via un sacco di gente proprio dalla stessa università che ho fatto io. A volte il destino. A volte. Che poi per fare il barellista portantino ho dovuto fare pure un corso specialistico che mi è costato caro che per dire, per pagare quello ho dovuto fare di notte il barista, ma non quello professionista perché se no avrei dovuto seguire un corso pure per quello, e mi sono detto tra me e me che se lo avessi fatto, il corso, non sarei riuscito poi a fare quell’altro, quello del portantino. Che poi tra il portantino e il barista forse era meglio che facevo il barista. Così mi evitavo di vedere tutta quella montagna di morti e non morti. Ecco. Qui le ho portato le mie credenziali e una lettera di riconoscimento della mia professionalità e serietà sul lavoro. Non sono così serio. Se vuole le invento su due piedi una barzelletta. Tipo…c’è un uomo che entra in un caffè. Splash. Certo ne so anche altre. Ma non vogliamo parlare del mio lavoro? Non me lo da un lavoro?
Mi adatto a fare tutto io.”

Sig.na Ufficio “Avanti un altro”
Io “Sono un’attrice. Me lo può trovare lei un lavoro come attrice?
Sig.na Ufficio “sempre in conformità al suo percorso di studi e di lavoro”
Io “Io sono un’attrice. Me lo può trovare lei un lavoro come attrice?”
Sig.na Ufficio “Direi proprio di no” “Ma lei cosa sa fare? Che esperienze di lavoro ha avuto. Ha controllato sulla bacheca i lavori che attualmente sono disponibili?”
IO “Bacheca? Quale bacheca…io sono un’attrice. Me lo può trovare lei un lavoro come attrice?”
Sig.na Ufficio “Le ho già detto di no. Ma vediamo. Ha avuto esperienze forse come baby sitter, baby dogger, barista, gelataia, sciampista phonista vetrinista lustrionista unghiata, oppure come addetta alla selezione del materiale incendiario, alla segheria, come portinaia, come educatrice stiratrice massaggiatrice o call center, oppure illustrator addob photoshp contaminatori inseminator …bè…lo vede oggi è il suo giorno fortunato…non ha che l’imbarazzo della scelta.”
IO “Ma un lavoro come attrice…”
Sig.na Ufficio “wow oggi è il suo giorno fortunato, sceglie la busta numero 1,2 o la n.3?
Io “la tre scelgo la tre”
Sig.na Ufficio “Bene lei ha vinto la possibilità di partecipare al nuovo reality show il vecchio congelatore the old congelator come dicono in america, ha la possibilità di partecipare come concorrente e vivere per 25 giorni in maniera forzata all’interno di una grossa cella frigorifera…brrrr che freddo….insieme a dieci star della televisione politica cultura italiana! Vince chi non muore!

Ma non è stato quello il giorno in cui morì. Il giorno in cui morì…si forse…sono entrata in una libreria ho aperto un libro e ho trovato queste parole:

molte volte ho studiato
la lapide che mi ha scolpito
una barca con vele ammainate, in un porto
In realtà non è questa la mia destinazione
Ma la mia vita.
Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal mio inganno
Il dolore bussò alla mia porta e io ebbi paura
L’ambizione mi chiamò,ma io temetti gli imprevisti
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
E prendere i venti del destino
Dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
Ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio –
è una barca che anela al mare eppure lo teme.

E mi emozionò. E credevo di avere capito. Era meglio che non pensavo più. Era meglio che prendessi la mia decisione una volta e per sempre. E l’ho presa. Sono tornata a casa. E mi sono lasciata morire nel gas.
E lì sono morta per davvero.

E mentre morivo proprio mentre morivo pensavo di nuovo alla barca
alle vele
e pensavo che non avevo capito niente di quello che era scritto.
Non dovevo mica morire.
Ma continuare a vivere.
Ma oramai era troppo tardi.