sabato 2 novembre 2013

allora buona notte

Mi accordo con il passato attraverso un viaggio che è stato lungo anche se è durato solo due giorni. I funerali non sono mai una cosa bella. La morte nemmeno.
Viaggio lungo l'autostrada piena di timore, ci fermiamo ad un autogrill e sfoglio un libro a caso, quello di Fabio Volo che dice "mi piacerebbe trovare qualcuno a cui dire che sono felice". Mi viene da vomitare. Chiudo il libro. E penso all'incipit di Camus, "Aujourd'hui ma maman est morte ou peut-être hier, je ne sais pas." Penso che mi è sempre piaciuto, ma che poi quando accade, quando accade che sei in mezzo alla strada e ti chiamano e ti dicono "Oggi la nonna è morta", bè è tutta un altra cosa.
Arrivare a casa di tua nonna e invece che vederla seduta alla solita sedia, che ti chiede come và l'amore il lavoro i soldi la vita, la vedi distesa sul grande letto ai piani superiori, distesa, che sembra che sta dormendo, che sembra che da un momento all'altro si possa alzare dal letto e dirti "ti devi trovare un lavoro part time!". Ma non si alza. E non dice niente. Sono io ora che devo dire qualcosa. Che forse devo accompagnarla da un'altra parte. Ma come faccio? Come si fa? Forse dovrei prendermi del tempo mio. Magari se mi metto qui in un angolo ... e ... e invece arrivano persone, e ancora persone e ancora persone. Prego, sì, è di sopra, prego la accompagno, ah sì, ha insegnato anche a lei, sì si era una grande donna, sì si si si. Per arrivare all'apice della giornata quando qualcuno dentro la stanza mi chiede un semplice come và ...e io dico, va bene, pensando si riferisse a me, no no, ribatte la persona, come và ... lei? Lei, la nonna, che è morta? Penso. Mi sta chiedendo come va la nonna che è stesa da due giorni sul letto, ed è morta? Ma come vuoi che vada, continuo a pensare, è morta (non per ribadire il concetto ma è davvero così!) e la persona non ancora soddisfatta dice "no, dico, come va oggi?" E ancora io continuo a pensare dentro di me e sempre meno delicatamente "ma come vuoi che vada, oggi, come ieri no? è morta, cazzo." Ma io sorrido solo e non dico una parola, accenno delle cose con la testa che non so nemmeno io cosa possano volere dire e la accompagno alla sua sedia. Torno di sotto e mi abbraccio con i miei cugini, fumo cento sigarette con mio nonno, scambio occhiate con le mie zie, abbraccio mio padre, ammicco con mia madre e poi mi metto a mangiare in un tavolone immenso, dove ci siamo tutti. E secondo me, c'è pure mia nonna. Ecco che il mio pensiero va alla vita, alla bellezza, al fatto che le persone che sono intorno a te (me), anche se non te (me le sono) le sei scelte (i parenti non si scelgono mai), sono davvero uniche. Davvero uniche. Perchè in quel momento ti affidi a loro e ti prendi cura di loro e condividi con loro, ma sopratutto li vedi davvero per quello che sono. Forse la riconoscenza di un legame più forte della logica. Un legame che c'è davvero. Un legame che in quel momento ti sta facendo dividere la tua incredibile cotoletta con tua cugina e tua sorella, che ti sta facendo passare un vassoio pieno di patatine fritte a tuo zio, e attraversa tutti quei corpi di persone e le rende speciali creature piene di significato. E' vero la morte ti fa brutta, non è vero che ti fa bella, la morte è devastante, ed è davvero difficile lasciare andare e dire addio (citazione di andrea ma è così vera) e quando ti trovi davanti la persona senza vita, dentro qualcosa si scatena, e allo stesso tempo ti paralizza.Ancora io non riesco ad accettarla per bene perchè la sensazione di mancanza è ancora troppo forte. Infatti mi viene un pò da piangere. Ma alla fine è necessario scendere nelle profondità del proprio animo e non avere paura di quella cosa lì. Scendere giù e sentire che va tutto bene. Che va tutto bene. Come una ninna nanna. Come un canto antico. Magari quella sensazione di gelo piano piano si scioglie. E piano piano si calma. E piano piano si trasforma. Mi piacerebbe solo una cosa in più, avere intorno tutti loro questa sera, prepararsi i piatti abbondanti e bere acqua frizzante, dirsi allora buona notte, e rivedersi il giorno dopo.
Questa infatti è per voi, che siete la migliore famiglia che non ho scelto.

Ah ... un'ultima cosa! All'affermazione di Fabio Volo "Vorrei trovare qualcuno a cui dire che sono felice" rispondo, Fabio, vatti a mangià na mozzarella campana và.